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La magia delle Agane

LA MAGIA DELLE AGANE

Di “I Bottegai Erranti”- Barbara Sorgato

Tramonti di Sotto, 10 agosto 2023

La notte delle Agane.
Ph. Christian Giarrizzo – www.chrisphoto.it

 

Feticci di Agane difendono i cortili. Attraversiamo in auto il centro del paese a passo d’uomo, con i finestrini abbassati. Qualche automobilista che ci precede chiede indicazioni in piazza. “Scendete vicino al fiume” dicono.
Seguiamo il flusso delle auto fino a raggiungere il bosco che costeggia il torrente. Parcheggiamo sulle sterpaglie e proseguiamo a piedi, leggere. Il bosco ha le sue regole e qui la canicola della pianura non ha giurisdizione.
I primi stand che incontriamo ci traghettano in un’enclave celtica. Marika mi dice “vedrai che qui leggono anche le carte”. Due passi più avanti incontriamo il banchetto della chiromante. Mi aspetto di scorgere un capannello di druidi da un momento all’altro. In effetti, di sacrifici se ne stanno consumando. “Guarda, un maialino che gira”. Mi guardo intorno fra gli alberi ma non scorgo nessuno. “Marika, ma io non lo vedo”. “È lì, vicino al fuoco” risponde lei. La mia ingenuità bucolica muore sul colpo. Programma alla mano, facciamo un primo giro di ricognizione. Prima missione da compiere: ispezionare le bancarelle. Dopotutto la festa celebra le energie femminili e ci sentiamo legittimate a far sgambare il nostro lato estetico compulsivo. La vista di ceramiche raku mi manda in visibilio. Contaminazioni nipponiche nella val Tramontina, eco delle commistioni tra lo sciamanesimo eurasico e il folklore friulano citate da Ginzburg. Mi caccio in tasca le mani bucate e mi limito ad acquistare un paio di orecchini fatti con tappeti antiscivolo.

 

Banchetto celtico.
Ph. Christian Giarrizzo – www.chrisphoto.it

Proseguiamo il giro e ci infiltriamo ai margini del laboratorio per i più piccoli dove manine di fata disegnano storie magiche su stoffe che sembrano d’acqua. Riconosco l’espressione da muro dei bambini intenti a creare. È la stessa dei narratori.
Guardo verso la strada oltre il bosco e faccio un cenno a Marika perché non si perda il tramonto che all’orizzonte converte la roccia in sabbia. Alchimisti. Agane. Benandanti. Il Friuli non ha dimenticato la lezione dei mondi spirituali in cui tutto accade prima di schiantarsi quaggiù.

Facendoci strada tra cornamuse e prove di canto, raggiungiamo lo spazio dedicato alla lettura scenica che la Bottega Errante terrà in tarda serata. Scopriamo i bottegai intenti a negoziare una tregua con il gruppo elettrogeno alle loro spalle. Le macchine di Arimane risuonano più forti del fiume che scroscia poco lontano. Ma i bottegai continuano le prove e si immergono dentro se stessi fino a incontrare l’umidità nel grembo delle Agane. È come imparare a meditare nel fracasso delle città indiane. Il rumore costringe a zittire la mente e a implodere nel cuore delle cose. La suggestione di storie di donne e salamandre ci inchioda lì sul prato.

Prima del reading “La magia della Agane- Storie di donne, acque e salamandre”
della Bottega Errante.
Ph. Christian Giarrizzo – www.chrisphoto.it

È ora di cena. Ci spostiamo tutti verso i chioschi che distribuiscono birra, pitina, salsiccia e altre specialità locali.
Scende la notte e con lei la temperatura. Con Marika faccio ancora due passi impaziente di assistere al reading. Un narrastorie ci calamita verso la sua nicchia scolpita da fari blu disseminati nell’erba che trasformano gli abeti in pareti di roccia. Bambini incantati implorano ancora un’altra storia. Giovanni Betto racconta di apprendiste fate in minigonna e tacco dodici che inciampano sulle strisce pedonali e poi trasformano il soccorritore in ferro da stiro in trepidante attesa di un bacio. Mi vengono in mente le fate tristi sulla Salaria. Donne sferzate nell’anima, chiamate fate dal sarcasmo di uomini che sputano in grembo alla Grande Madre.
Le note celtiche sulle quali stanno danzando le Occitanis, a fianco a noi, mi riportano a terra. Guardo l’orologio. Ventidue e trenta. “Marika, andiamo. I bottegai staranno iniziando”.
Prendiamo posto tra il pubblico. Claudio Moretti, Arianna Zani e Mauro Daltin sono già in scena.

Arianna Zani, Claudio Moretti e Mauro Daltin leggono storie di Agane.
Ph. Christian Giarrizzo – www.chrisphoto.it

Mi immergo in storie di creature misteriose con piedi di capra, protettrici delle acque, seduttrici di uomini, selvatiche e vendicative. Ma anche fiere custodi della potenza creatrice che è donna, femmina, dea. Morte e rinascita si intrecciano nelle cavità delle grotte, gli uteri della terra.
I tre interpretano racconti di Agane, Anguane e Krivapete che danzano con i contadini, li fanno innamorare, li sposano, creano e, quando ferite, li abbandonano. I miti legati agli spiriti delle acque sono simboli sacri che risuonano in ogni tempo. Guai a picchiare, maltrattare o ingannare un’Anguana. La perderai senza appello. A ben guardare, è ciò che accade ancor oggi quando l’uomo rompe il patto di dignità e rispetto. Che la donna resti o se ne vada, il suo sacro, la sua deità smette di nutrire il compagno e lo lascia per sempre.
Claudio e Arianna, che danno voce in friulano alle testimonianze sulle Agane, mi fanno dimenticare la mia scarsa familiarità con la lingua. La vibrazione mi entra nel sangue. Sa di spirito fiero sul pelo dell’acqua, di carne magica posseduta nel bosco.

Mi avvolgono scene mitiche di uomini e donne che si mescolano in acque sorgive per infondere bellezza alla loro unione e invocare la benedizione degli spiriti femminili sui nascituri.
Ma le immagini si accompagnano ai suoni e in questo le Agane si affidano al gusto bottegaro di Simone Ciprian in consolle.

“Il tumulto del cielo ha sbagliato momento/acqua che non si aspetta altro che benedetta”. De Andrè canta e un brivido mi attraversa. Guardo in alto. Una volta stellata senza sbavature mi incolla alla sedia nella notte di San Lorenzo. Mauro getta un ponte tra l’acqua e il fuoco e ci offre, attraverso la prosa poetica di Erri De Luca, la visione di Nives ad alta quota che cammina su grappoli di stelle. Omaggio al cielo, alla terra e alla potenza del femminile che dal fuoco sacro accende la vita.

Fuoco e letture nel bosco.
Ph. Christian Giarrizzo – www.chrisphoto.it